
La prima citazione documentale della chiesa è del 1370, anno in cui si stipula un contratto di vendita sul sagrato della stessa e in data 1501 di nuovo si parla dell’edificio che era affidato in patronato alla famiglia Tabarelli. In quel momento era definita chiesa parrocchiale, unita alla chiesa di San Giorgio a Vigolo Vattaro.
Nel XVI secolo, considerando le pessime condizioni nelle quali si trovava, venne decisa la sua ricostruzione. Il lavoro venne eseguito tra il 1547 e il 1585 ed alla conclusione una visita pastorale la descrisse con orientamento a est, con due ingressi, un soffitto in legno ed il pavimento in terra, tranne nel presbiterio dove era formato da assi in legno.
Di nuovo, circa un secolo dopo, la nuova chiesa si trovò in cattive condizioni tanto che il pievano don Carlo Tabarelli auspicò che la gente di Vattaro contribuisse, chi economicamente chi mettendo a disposizione la sua opera (“Libro della Frabica della veneranda Chiesa di S. Martino”, sono qui segnate le opere prestate dalle 63 famiglie della comunità). Attorno al 1714 iniziò la sua ristrutturazione. Il soffitto in legno venne sostituito da uno in muratura, la torre campanaria quasi cadente venne sistemata con un costo di circa 2.000 fiorini e si misero in cantiere vari ampliamenti.
Il 25/05/1726 il Vescovo sospese tutti gli uffici divini a parte la Messa domenicale in quanto l’altare risultò versare in pessime condizioni, venne decisa quindi la sua ristrutturazione in questi termini: le colonne dell’altare dovevano essere come quelle della SS. Annunziata in Trento, parapetti e piedistalli realizzati in pietra bianca di Brentonico, si utilizzò marmo rosso di Francia e marmo di buona qualità per il tabernacolo. In parallelo venne disposto l’ampliamento del presbiterio e venne rifatto piano terra della sagrestia, la cui architrave riporta la seguente iscrizione: “Questa sagrestia la comunità di Vattaro a lode di Dio 1736″. Il costo dell’intervento venne stimato in 900 fiorini, pagabili in quattro rate e nono oltre il termine di 18 mesi, l’opera venne finita nel 1739.
La chiesa ottenne dignità di curazia nel 1733, come testimoniato della data posta sulla pietra d’angolo nel 1741 venne rifratto il campanile, lavoro per il quale si chiamarono dalla val di Fiemme i maestri d’ascia Giacomelli poi trasferitisi in paese. Il 13/07/1749 venne effettuata una sottoscrizione pubblica per comperare una nuova campana, la colletta portò in dote la somma di 348 troni . Nel 1786 il territorio di Vattaro, sotto l’aspetto della giurisdizione ecclesiastica, entrò a far parte della diocesi di Trento lasciando quella di Feltre.
Nel 1751 la chiesa venne ancora ampliata, nello specifico si allungò la navata fino all’attuale cantoria. Da alcuni documenti pare che i conti Bortolazzi proposero di accollarsi le spese del rifacimento della chiesa in cambio della possibilità di poter edificare la tomba di famiglia al centro della navata e di una lapide in ricordo del gesto, la popolazione in un primo momento preferì rifiutare l’offerta ma nel proseguo dei lavori le difficoltà economiche costrinsero infine la gente di Vattaro ad accettare la proposta dei conti. Nel 1832 fu necessario acquisire uno spazio maggiore per il sagrato, venne quindi comperato il piazzale antistante la chiesa e, intanto si realizzò la facciata che ci è pervenuta, con la sistemazione all’interno della cantoria con balconata. Nel 1835 il conte Gaspare Bortolazzi dono la balaustra di marmo utilizzata per il presbiterio.
Il 28/08/1838 un fulmine colpì il campanile e il presbiterio danneggiando la cupola, i cornicioni ed il finestrone verso il paese, i sassi staccatisi dal campanile danneggiarono la copertura della chiesa, dalla quale un fulmine riuscì a rovesciare la pala maggiore e a rovinare gli altari, si stimarono danni per 700 fiorini.
Nel 1863 venne costruito il camposanto, da allora i corpi dei defunti vengono li inumati invece che nel sagrato come era uso fare all’epoca.
Di nuovo, il 24/11/1911, un altro fulmine colpì il campanile e fuse le campane. I lavori che seguirono portarono all’installazione di quattro nuove campane ed alla rifinitura della copertura con una cuspide. Poco tempo dopo l’installazione le campane vennero però requisite dal governo austro-ungarico per fonderle in cannoni, nel 1923 il governo italiano donò le campane che ancor oggi sono presenti, che furono a loro volta ricavate dai cannoni austriaci lasciati sul terreno dopo la guerra. Ottenne dignità di parrocchia nel 1919. Nel 1926 sono stati decorati presbiterio e cantoria, mentre nel 1959 fu installato l’organo.
Fonti: Wikipedia, da “Vattaro, Vigolo e Bosentino nel corso dei secoli” C. Bassi 1972







